Il viaggio della solidarietà di alcuni volontari di Emmaus Cuneo

LAURA CONFORTI – C’è un sottile e lunghissimo filo che lega i due estremi più estremi del nostro paese. Corre da Nord a Sud, parte da Boves, provincia di Cuneo, e arriva a Lampedusa.

È un filo che si concretizzerà con un viaggio della solidarietà, quello che alcuni volontari di Emmaus Cuneo, l’associazione che ormai da oltre 20 anni lavora per dare spazio, dignità e voce a persone che si portano sulla schiena e nell’anima storie di vita difficili, effettueranno da domenica 30 fino al 6 aprile nell’isola delle Pelagie. Questo viaggio si situa all’interno di un progetto ampio e articolato portato avanti da Emmaus Italia, Legambiente, Libera, il comune di Lampedusa e l’associazione dell’isola Archivio Storico. Questi soggetti, infatti, stanno promuovendo una serie di iniziative, in buona parte autofinanziate, le quali hanno l’obiettivo di sostenere la realtà locale, spesso in difficoltà a gestire l’isola in maniera adeguata a causa delle continue emergenze provocate dagli sbarchi e dalle tragedie legate alle migrazioni, dalla particolare collocazione geografica e da problematiche mai risolte e oramai stratificate che richiedono sforzi ulteriori e risorse materiali ed umane notevoli.Due sono le piste di lavoro individuate e molteplici gli interventi che vedranno coinvolti in maniera attiva e propositiva i circa 50 volontari provenienti da tutta Italia, di cui una quindicina in partenza da Cuneo e Boves, impegnati in un lavoro concreto di collaborazione nell’attuare sia le numerose azioni in programma per i giorni del viaggio sia nell’impostare un lavoro in grado di avere ricadute temporali di lungo termine.

Il primo ambito di intervento è denominato Lampedusa Sostenibile: l’isola siciliana è una delle più belle realtà a livello europeo e mondiale dal punto di vista ambientale e paesaggistico, una ricchezza che va preservata e difesa con un sistema di gestione dei cicli efficiente e sostenibile. Come ogni isola anche Lampedusa dipende dall’esterno per l’acquisizione di risorse, energia, strumenti e smaltimento dei propri rifiuti.A questo si aggiunge un flusso di turismo che nel periodo estivo raggiunge oltre 20.000 unità a fronte di una popolazione di circa 6.000 abitanti con evidenti criticità. Ai notevoli costi economici per il trasferimento delle merci si aggiunge un problema di produzione di rifiuti che, se non trattati correttamente, pesano enormemente sull’isola anche con fenomeni di abbandoni indiscriminati. A416; evidente che per rispondere a queste problematiche è necessario effettuare delle scelte che riguardino consumi e stili di vita per rendere effettiva una riduzione alla fonte dei materiali e una conseguente diminuzione dei costi per il loro trasporto e trattamento.Oltre a un sistema efficiente di gestione dei rifiuti è necessario che ci sia una educazione dei cittadini, chiamati a collaborare per far sì che ci siano consumi intelligenti e responsabili e azioni orientate a un riutilizzo e a una corretta gestione dei materiali riciclabili. Altro aspetto è l’autonomia dell’isola dal punto di vista energetico e di risorse da ricercare nelle fonti naturali rinnovabili e pulite presenti nell’isola con un’attenzione particolare all’impatto paesaggistico ambientale.Le iniziative del progetto cercano quindi di andare in queste direzioni con varie azioni:

• campagne di sensibilizzazione nelle scuole elementari, medie e superiori dell’isola sulle tematiche della riduzione, riciclaggio e riutilizzo di materiali di scarto e del loro corretto trattamento e smaltimento;

• l’organizzazione di un campo di volontariato finalizzato alla raccolta di materiale usato riciclabile e riutilizzabile nelle case di Lampedusa e una collaborazione a pulire parte dell’isola da rifiuti e materiale abbandonato;

• l’organizzazione di un incontro sulle buone pratiche ed esperienze in campo ambientale, sull’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili e pulite di isole dell’Europa in cui verranno presentate esperienze virtuose già messe in atto in altri territori italiani ed europei come, ad esempio, il parco di Monza e l’isola spagnola di El Hierro.

L’altro filone del progetto riguarda  la tematica delle migrazioni e la sua declinazione a livello nazionale, europeo e dell’area del Mediterraneo: non a caso questa seconda parte del progetto prende il nome di Lampedusa Città dell’Europa e cerca di dare seguito alle azioni intraprese dal sindaco Giusi Nicolini e volte a far diventare la questione Lampedusa un problema europeo. L’idea è quella di riunire realtà italiane, europee e dell’area del Mediterraneo impegnate nel sostegno ai diritti dei migranti e istituzioni per condividere esperienze ed elaborare proposte concrete e unitarie in vista dell’elezione del Parlamento europeo e del semestre di presidenza italiana della

Unione Europea. Questa parte del progetto prevederà un convegno internazionale volto a costituire una piattaforma unitaria con proposte dirette e concrete in grado di modificare le politiche sulle migrazioni e, nell’immediato, avere ricadute utili a salvare vite umane.