«Lampedusa sostenibile», 31 marzo-6 aprile 2014 | Primo giorno

Oggi prima giornata di lavoro nell’ambito del progetto «Lampedusa sostenibile». Quaranta partecipanti al campo, organizzato da Emmaus Italia in collaborazione con Libera e Legambiente, hanno trascorso la mattinata a ripulire alcuni siti dell’isola. A questa attività hanno preso parte alcuni imprenditori locali, consiglieri e amministratori comunali, gli studenti del liceo scientifico e gli ospiti del Centro Diurno Malati Psichici di Lampedusa.

Il materiale – localizzato sia sulle spiagge sia nell’entroterra – è stato suddiviso e differenziato dai volontari e successivamente raccolto dagli operatori ecologici, che lo hanno trasportato nelle apposite aree di smaltimento.

La giornata di domani prevede di avviare l’attività di raccolta di materiale riutilizzabile presso le case dell’isola nell’ottica dell’attività svolta da Emmaus, e il materiale raccolto sarà venduto in un mercatino dell’usato allestito durante la stagione turistica dal Centro Diurno Malati Psichici: il ricavato sarà devoluto al Centro stesso.

Il sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusy Nicolini, ha voluto salutare e ringraziare personalmente i volontari che partecipano al campo – provenienti da varie parti d’Italia – e ha dato loro appuntamento al giorno successivo in occasione dell’inaugurazione dell’attività di raccolta.

«Dopo aver lavorato con le scuole dell’isola sui temi della riduzione, del riciclaggio e del riutilizzo dei materiali, con questa prima giornata abbiamo voluto concretizzare un aspetto importante di questo progetto», commenta Franco Monnicchi, vicepresidente di Emmaus Italia, organizzatore e coordinatore dell’iniziativa. «Riutilizzare e ridare valore a oggetti altrimenti destinati alla distruzione evita un enorme spreco di risorse e materie prime, soprattutto in una realtà isolana in cui i costi di smaltimento e di trasferimento dei materiali ha un’incidenza notevole. Il valore aggiunto dell’iniziativa sarà anche di natura sociale, grazie al coinvolgimento dei lampedusani e, in particolare, dei ragazzi del Centro Diurno locale».
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